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Invetriatura

Con il termine si definisce un rivestimento ottenuto dalla miscela di varie sostanze – soprattutto a base di silice – che, applicato sul corpo ceramico, vetrifica in cottura, proteggendo il manufatto stesso con uno strato luminoso, compatto e resistente. Componente fondamentale della vetrina è la silice: a questo elemento di base, che fonde a temperature molto alte (1475-1715 °C), è indispensabile unire altre sostanze con funzione di fondente, come l’ossido di piombo, introdotto già in età romana. Il controllo della purezza e delle componenti della vetrina consente di ottenere una luminosità maggiore, oppure diverse sfumature di colore, che vanno a “velare” il manufatto di ceramica: durante il Quattrocento, lo scultore Luca della Robbia mise a punto la formula per ottenere terracotte invetriate particolarmente brillanti e luminose. Il successo dei manufatti robbiani, purissimi nelle forme e resistentissimi grazie alla particolare lavorazione, consentì alla famiglia dei della Robbia di avviare una fortunata bottega, destinata a durare per più generazioni.